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Da Onlus a ETS, Ente del Terzo Settore: è questa l’ultima decisione forte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Comunità in scadenza di mandato. La nuova governance dell’innovativa e giovane esperienza di solidarietà&comunità che ha caratterizzato il distretto di Pieve di Soligo (28 comuni della ex Ulss 7) avrà una composizione diversa rispetto al passato nel rispetto delle norme, ma dovrà – ancor più – gestire il testimone che il presidente uscente Fiorenzo Fantinel lascia.

Alle origini della Fondazione – obiettivi strategici e trasversali del Piano di Zona del 2004 – stavano due pilastri, fondamentali anche oggi:

  • generare, alimentare, consolidare la cultura di comunità, cioè la responsabilità diffusa di una popolazione verso un comune destino e le scelte conseguenti in termini di prossimità, coesione sociale, consapevolezza dei mutamenti e delle domande, capacità di risposte anche innovative da realizzare insieme, convinti che il “noi” sia la scelta rispetto all’individualismo liquido, il collante di una società solida e quindi capace di solidarietà;
  • promuovere “restituzioni” in un territorio erede di una emigrazione veneta finita appena mezzo secolo fa e considerato fulcro di quel Nordest operoso e creativo, capace di stare nei mercati globali e di costruire occupazione, competitività, innovazione, riscatto sociale. La ricchezza diffusa, il benessere palpabile ad ogni livello, la qualità di vita complessiva non poteva appagarci se non fossimo stati capaci di solidarietà lunghe, di ridare alla comunità risorse capaci di sostenere progetti e realizzazioni contrastanti le disuguaglianze e sananti le fragilità sociali, oggi anche di intervenire in tutti gli aspetti del ben vivere per tutti nel territorio.

Già l’evidenziare questo, mette in risalto il grande lavoro portato avanti – in prima persona soprattutto – dal presidente uscente Fiorenzo Fantinel. Forte anche del suo bagaglio professionale, è partito da una intuizione geniale (le noci) per far crescere la rete dei promotori e mobilitare le realtà locali facendo conoscere la Fondazione e le possibilità straordinarie che l’economia del “noi” poteva generare.

Ha costruito alleanze con produttori promuovendo campagne di raccolta fondi sempre caratterizzate da risultati impensabili, ha dialogato con 28 comuni che hanno sostenuto con forza la nascita di questa esperienza (esprimendo poi la fatica dell’avvicendarsi delle amministrazioni), ha portato avanti progetti dei comuni stessi, della Ulss, delle scuole, di associazioni, ha costruito una struttura operativa oggi pronta a nuovi traguardi… Affiancato in questo dal vicepresidente Renzo Zanchetta e  – fino alla elezione a sindaco – da Giuseppe Maset. Il tutto nella gratuità assoluta perché il Presidente e tutti i membri del CdA di Fondazione operano gratuitamente e disinteressatamente. E i tanti che hanno governato la Fondazione in questi anni – a partire dal primo presidente Battista Zardet – vanno scritti nel libro della vita di questa realtà con gratitudine.

Un testimone che passa di mano non può non generare attese sia rispetto ai pilastri, sia alle opportunità del nuovo statuto dell’ETS Fondazione di Comunità. Usando una metafora si potrebbe dire che è una prateria quella che si ha davanti, terra fertile solcata da buone acque, capace di generare buoni frutti. Chi arriva dovrà rileggersi alcuni documenti fondamentali dallo Statuto aggiornato al Piano di azione 2015-2017 ed atti successivi, con la consapevolezza che l’esperienza vissuta finora attende una progettualità bidirezionale (i due pilastri) ma convergente sugli obiettivi. L’emergenza sanitaria in atto, i preoccupanti scenari economico sociali correlati, costituiscono un movente per fare scelte strategiche e per chiedere a tutto il nuovo consiglio, che si auspica motivato e determinato, di mettersi ad operare secondo logica progettuale condivisa.

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