La Fondazione di Comunità che riunisce i 28 Comuni ex Ulss 7, nasce attorno ad un principio cardine: la qualità della vita nel prossimo futuro è legata al valore che riusciamo a dare al nostro “sentirci” Comunità.
Quando parliamo di Comunità ci riferiamo ad un modello ideale o presente? Nelle grandi città rappresenta un riferimento nostalgico, un rifugio caldo in cui sentirsi protetti. Nei nostri comuni, pur aggrediti dall’individualismo, dalla globalizzazione, non sono venute meno le fondamenta epistemologiche dell’esperienza di Comunità: i percorsi individuali saldati da lunga storia e da intensa relazione.
E poi di Comunità c’è bisogno. La Comunità è conveniente. È un bene comune, per tutti.
Al di là dei significati simbolici e delle risonanze affettive, la Comunità oggi è un insieme di persone che condividono aspetti significativi della propria esistenza e che, per questa ragione, sono in un rapporto di interdipendenza, possono sviluppare un senso di appartenenza e possono intrattenere tra loro relazioni fiduciarie.
La Fondazione di Comunità trova le sue radici nel principio che siamo una Comunità territoriale, luogo di vita autentica ed ambito di relazioni come spazio privilegiato per la partecipazione sociale. Lo testimonia la rete straordinaria delle associazioni, dei comitati, dei gruppi organizzati – quasi una sorta di famiglia allargata – che animano la vita del territorio e ne custodiscono la storia: una storia di persone che si “sentono comunità”.
Sentiamo il dovere di lavorare per implementare tutto questo contrastando la deriva che privatizza le relazioni e la vita stessa, producendo estraneità tra le persone. Attivare processi di collaborazione e di partecipazione dei cittadini, promuovere relazioni fiduciarie, sostenere il capitale sociale di un territorio, sono tutte azioni che propongono una vera e propria visione della società: oggi più che mai siamo tutti interconnessi ed interdipendenti, sentirsi Comunità conviene.
Ne deriva che occorre fare lavoro di Comunità, sviluppare la cultura di Comunità, contrastandone il declino indotto dalle mode pervasive in cui siamo avvolti.
Una conseguente progettualità da adottare in un contesto di vita dove promuovere un cambiamento partecipato, un empowerment, uno sviluppo di risorse umane consapevole rispetto agli scenari che ci interpellano. In cui si ritiene necessario sostenere i processi di responsabilizzazione dei membri della Comunità e l’impiego delle loro competenze/risorse per la soluzione dei problemi.
Tutto questo non può prescindere da un sistema di valori che guida nella valutazione e nell’azione e si basa su una dimensione etica capace di dare senso al cammino ed agli approdi.
di Sergio Dugone
